Omologare per vendere: Sardegna, un mondo straordinario

Ignazio Caruso
2 min readNov 17, 2022

Il video promozionale realizzato dalla Regione Sardegna non può indignarci: è solo l’ultima tappa di un percorso ben definito

Antonio Gramsci ci ha insegnato che le popolazioni dominate tendono ad assecondare le strutture proposte delle popolazioni dominanti. Per questo il video promozionale realizzato dalla Regione Sardegna non può sorprenderci, essendo nient’altro che l’ultima (per ora) tappa di un percorso di trasformazione e adeguamento della cultura sarda all’immaginario eteropercepito del turista. Un processo che, stando così le cose, pare irreversibile.

Per capirlo basta girovagare un po’ per l’isola: l’appiattimento e l’omologazione culturale che investe i nostri paesi e le nostre città è sotto gli occhi di tutti. C’è chi insegue il futuro, scimmiottando le grandi città, e c’è chi si lancia sul rappresentare l’altrove, il luogo arcaico, bucolico, ideale, che ovviamente nel reale non esiste e forse mai è esistito.

Perché per sedurre il turista occorre esibire una diversità (che sia autentica o rappresentata poco importa, l’importante è che sia un “mondo straordinario”, come dice lo slogan dello spot) ma in modo dolce, soft, senza spaventare.

Da tempo esibiamo la nostra cultura in una messa in scena che estrania riti e tradizioni dalla loro pratica quotidiana al fine di renderli un prodotto edulcorato, senza spigoli o complessità, di cui i visitatori (e gli stessi sardi) possono fruire in maniera più semplice. Portare i Mamuthones nei centri commerciali o alle sagre va bene, ma metterli sott’acqua no? Dove sta la differenza?

Ogni anno che passa la situazione peggiora. Fare del turismo una ragione di vita ha come conseguenza la mercificazione della cultura di un popolo, e un popolo che vende la sua cultura è un popolo che è destinato a scomparire. E che bello sarà vedere la faccia del turista americano quando scoprirà che i Giganti non sono giganti per davvero.

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Ignazio Caruso

Nato a Catania, vivo ad Alghero. Adeu (Giulio Perrone Editore) è il mio primo romanzo.